Salvatore Ferragamo (Bonito, 5 giugno 1898 – 7 agosto 1960)
Salvatore Ferragamo è oggi uno tra i marchi italiani più importanti e conosciuti a livello internazionale del mondo del lusso. Fondato nel 1927 ed affermatosi nel settore delle calzature, Salvatore Ferragamo è attualmente uno dei maggiori creatori, produttori e distributori di accessori e abbigliamento nel mondo.
Il Gruppo Salvatore Ferragamo, di totale proprietà della famiglia Ferragamo, fa capo alla Salvatore Ferragamo Italia s.p.a, che è presieduta da Wanda Ferragamo (nata a Bonito), moglie del fondatore, ed è guidata dall’amministratore delegato Ferruccio Ferragamo, il maggiore dei figli maschi. Il fondatore e il suo mito La storia di Salvatore Ferragamo – che lui stesso ha narrato in un libro autobiografico, Il calzolaio dei sogni, pubblicato in lingua inglese nel 1957 (George G. Harrap & Co., London) e quindi in italiano nel 1971 (Sansoni, Firenze) – sembra la trama di un film: un film dove il protagonista incarna un mondo di valori e di qualità nel quale, alla fine, si realizza il sogno di una vita.
Salvatore Ferragamo nasce nel 1898 a Bonito, paesino a un centinaio di chilometri da Napoli, undicesimo di quattordici figli. Non ancora adolescente dimostra una grande passione per le scarpe: a 11 anni è apprendista a Napoli presso un calzolaio e a 13 apre un suo negozio a Bonito. Salvatore ha le idee chiare: vuole nobilitare un mestiere considerato umile e farne una forma alta di artigianato attraverso la ricerca della perfezione funzionale ed estetica. Ma a quei tempi per molti ragazzi del Meridione d’Italia come lui la strada dell’emigrazione è un destino. A 14 anni raggiunge uno dei fratelli in America che lavora in un grande calzaturificio di Boston. Salvatore è affascinato dalla modernità delle macchine e dei processi di lavoro ma anche inorridito: quello non è fare il calzolaio. Agli inizi degli anni Venti si trasferisce allora da un altro fratello a Santa Barbara, in California, dove apre una bottega di riparazioni.
La California di quegli anni è la terra favolosa dove prospera la giovane industria del cinema. Salvatore inizia a disegnare e realizzare stivali da cowboy per i film western e sandali romani ed egizi per i kolossal storici di registi e produttori importanti. Ben presto attori e attrici si accorgono della bellezza e comodità di quelle scarpe e cominciano ad ordinarne a Salvatore anche per la vita fuori dal set. Intanto lui, alla ricerca di ‘scarpe che calzano sempre bene’, studia anatomia umana, ingegneria chimica e matematica all’università in California. Quando l’industria del cinema si sposta ad Hollywood, Salvatore Ferragamo la segue. Nel 1923 apre l’‘Hollywood Boot Shop’ e inizia per lui la carriera di ‘calzolaio delle stelle’, così come lo definisce la stampa locale: nomi famosi come Mary Pickford, Rodolfo Valentino, John Barrymore jr, Douglas Fairbanks, Gloria Swanson e altri sono suoi affezionati clienti e moltiplicano la sua popolarità. Salvatore precede i tempi del profondo cambiamento di costume di quegli anni: apre le calzature femminili fino ad allora rigidamente accollate, le rende più eleganti, più comode, crea i primi sandali. Il successo è tale da non riuscire a far fronte alle ordinazioni: è giunto il momento di organizzarsi su larga scala. La manodopera americana non è però in grado di fare le scarpe che lui vuole e nel 1927 Ferragamo decide di tornare in Italia, a Firenze, città tradizionalmente ricca di abili artigiani.
Dal suo laboratorio fiorentino – in cui adatta il sistema della catena di montaggio al lavoro specializzato e rigorosamente manuale dei suoi operai – avvia un flusso costante di esportazione verso l’America. La grande crisi economica del ’29 interrompe però bruscamente i rapporti con il mercato americano e la sua azienda fallisce. Ferragamo non si perde d’animo e si rivolge così al mercato interno. Gli affari vanno così bene che nel 1936 affitta due laboratori e un negozio nel Palazzo Spini Feroni, in via Tornabuoni. Quelli sono gli anni delle sanzioni economiche all’Italia di Mussolini: aguzzando l’ingegno Ferragamo produce in quel periodo alcune delle sue creazioni più popolari e imitate, come le ‘zeppe’ di sughero, solide e leggere. Assieme al sughero, legno, fili metallici, rafia, feltro e resine sintetiche simili al vetro sono gli altri materiali innovativi che Ferragamo sostituisce con creatività e ottimi risultati al cuoio e all’acciaio che l’autarchia del regime gli impedisce di usare. Forte dei suoi successi, nel 1938 Ferragamo sarà in grado di pagare la prima rata d’acquisto dell’intero Palazzo Spini Feroni, che diventerà da allora la sede dell’azienda. Di poco successivo è l’acquisto della villa ‘Il Palagio’ sulle colline di Fiesole, sua residenza privata.
Nel 1940 si sposa con Wanda Miletti, la giovane figlia del medico condotto di Bonito, che lo segue a Firenze e dalla quale avrà sei figli, tre maschi (Ferruccio, Leonardo e Massimo) e tre femmine (Fiamma, Giovanna e Fulvia). Nel dopoguerra le scarpe di Salvatore Ferragamo diventano nel mondo uno dei simboli dell’Italia che torna a vivere, a creare e a produrre. Sono anni di invenzioni memorabili: i tacchi a spillo rinforzati in metallo resi famosi da Marilyn Monroe, i sandali in oro, il sandalo invisibile con tomaia in filo di nylon (che nel 1947 varrà a Ferragamo il prestigioso ‘Neiman Marcus Award’, l’Oscar della Moda, per la prima volta assegnato a un creatore di calzature). Nel 1950 l’azienda conta 700 dipendenti e si producono a mano 350 scarpe al giorno. Il successo è di nuovo internazionale: il negozio di via Tornabuoni è meta di personaggi come Greta Garbo, Sofia Loren, Anna Magnani, i Duchi di Windsor, Audrey Hepburn, che si fanno fare scarpe su misura. A quegli anni risale anche la prima – relativa – meccanizzazione della produzione: relativa perché per Ferragamo le macchine sono indispensabili per le fasi meno elaborate del lavoro, ma tutto il resto deve essere fatto sempre manualmente e sotto stretto controllo umano. Per queste ragioni Ferragamo non avrebbe mai concesso licenze di produzione.
La continuità negli ideali
Quando Salvatore Ferragamo muore, nel 1960, il grande sogno della sua vita è realizzato: fare le più belle scarpe del mondo. Alla sua famiglia rimarrà il compito di andare oltre e di realizzare l’idea che Salvatore aveva cominciato ad accarezzare negli ultimi anni: trasformare Ferragamo in una grande casa di moda che non creasse solo calzature ma si proponesse di ‘vestire dalla testa ai piedi’.